I nostri studi - Incontro con il Maestro
Pier Paolo Scattolin prova la Missa Papae Marcelli di Giovanni Pierluigi da Palestrina
Nell'ambito dei concerti e Masterclass organizzati dal Conservatorio di Musica "L. Perosi" di Campobasso nell'ambito della stagione artistica 2007/2008, il Gruppo Vocale Polyphonia ha partecipato con due iniziative:
Lunedì 28 aprile 2008 ore 17.00 - Auditorium
del Conservatorio di Musica "L.Perosi" di Campobasso
Master Class 2008
INCONTRO CON IL MAESTRO: PIER PAOLO SCATTOLIN PROVA LA "MISSA
PAPAE MARCELLI" DI GIOVANNI PIERLUIGI DA PALESTRINA
Coro Laboratorio: Gruppo Vocale Polyphonia
e
Mercoledì 30 aprile 2008 ore 19.30 - Auditorium
del Conservatorio di Musica "L.Perosi" di Campobasso
Stagione di musica da camera a.a. 2007/08
"Missa Papae Marcelli" a 6 voci di Giovanni Pierluigi
da Palestrina (1525-1594)
PROGRAMMA
Kyrie
Gloria
Credo
Sanctus
Benedictus
Agnus Dei I
Agnus Dei II (a 7 voci)
Durante gli incontri è stata esibita la copia anastatica a grandezza naturale della Missa tratta dalla stampa del Missarum Liber Secundus del 1567
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SCARICA LA BROCHURE/INVITO DELLA STAGIONE DI MUSICA DA CAMERA 2007/2008 DEL CONSERVATORIO "L.PEROSI" DI CAMPOBASSO
CURRICULUM VITAE DEL M° PIER PAOLO SCATTOLIN
Perché Palestrina è così importante nella
storia della musica?
Partendo dai canti delle prime comunità cristiane, attraverso
l'esperienza medievale del canto gregoriano, l'evoluzione musicale
è approdata alla polifonia sacra del XVI secolo, di cui l'opera
di Palestrina costituisce l'espressione più elevata. E' questo
un momento fondamentale della nostra storia musicale: Palestrina non
è stato solo un grande musicista, è il grande musicista
del XVI secolo. Egli riassume in se mille sforzi secolari e mille
opere ignorate. Grazie a lui si raggiunge e si perfeziona l'edificio
musicale del quale i suoi predecessori posarono le fondamenta. Nel
chiudere un'epoca egli ne inaugura una nuova e, allo stesso tempo,
guarda al passato ed al futuro (Paul Dukas).
Perchè la Missa Papae Marcelli e così famosa?
Si tratta di un capolavoro di eccezionale bellezza, un'opera simbolo
in grado di sintetizzare un'epoca, la più famosa tra le messe
polifoniche. Il compositore è riuscito a realizzare un perfetto
equilibrio tra contrappunto ed armonia, utilizzando chiare linee melodiche,
trasparenza e levità nell'architettura contrappuntistica, assicurando
la perfetta intelligibilità del testo. Si distingue per equilibrio,
solennità e classica compostezza delle forme. Nella Papae Marcelli
sicuramente la genialità nel contrappunto di Palestrina è
parzialmente sacrificata alle esigenze di intelligibilità del
testo, ciò non impedisce l'espressione di intuizioni artistiche
di rara bellezza. Per un compositore di quel periodo la messa polifonica
costituiva la forma musicale più elevata con cui cimentarsi.
E' vero che la Papae Marcelli ha salvato la polifonia che il Concilio
di Trento voleva eliminare, per ritornare all'esclusiva monodia gregoriana?
Le tecniche compositive si erano avventurate sempre più nello
sviluppo contrappuntistico, sino a giungere ad un livello tale di
artificiosità da impedire la comprensione del testo. A fronte
della riforma luterana che semplificava ed avvicinava la Liturgia
al popolo, alcuni vescovi del Concilio di Trento pensarono, come contraltare,
di riportare il canto liturgico all'esclusiva e comprensibile monodia
gregoriana. La Missa Papae Marcelli contribuì a convincere
il concilio che polifonia e comprensibilità del testo erano
conciliabili. Questa ricostruzione non è una leggenda ma si
basa su dati concreti. Tali vicende furono narrate dallo stesso Palestrina
ad un padre gesuita, il quale le raccontò ad un confratello
che le inserì in un suo libro. Risulta inoltre che il 28 aprile
1565 alcuni cantori della Cappella Pontificia furono convocati in
casa del Card. Vitelli per eseguire alcune messe, al fine di verificarne
la comprensibilità delle parole. Un documento dell'archivio
della Cappella Pontificia (codice 22) consente di sostenere che tra
le Messe eseguite in quella circostanza ci fu la Papae Marcelli. Inoltre
non è un caso che il 6 giugno 1565 i registri della cappella
Pontifica annotino un pagamento in favore di Palestrina quale compositore
della Cappella Pontificia. Davvero difficile immaginare quale strada
avrebbe intrapreso la musica occidentale se nel XVI secolo fosse stata
bandita la polifonia dalla liturgia cattolica.
Lo spunto compositivo della Papae Marcelli
Nel 1555 diventa Papa il cardinale Marcello Cervini con il nome di
Marcello II. Era persona di elevata cultura umanistica ed aveva ricoperto
importanti incarichi. All'atto della nomina mantenne il nome di battesimo,
per sottolineare come la sua persona rimaneva la stessa e non acquisiva
maggiore dignità per via dell'elezione papale. Marcello II
venne eletto il 9 aprile 1555 ed il 12 aprile Venerdì Santo
si tenne la cerimonia per l'elezione, durante la quale i cantori,
tra i quali appunto Palestrina, ritennero di dover sfoggiare il repertorio
più sfavillante, nel comprensibile intento di fare buona impressione
sul nuovo Papa. Ottennero l'effetto contrario. Il Pontefice stesso
chiamò a se i cantori e li rimproverò, dicendo loro
che era stato irriverente cantare con letizia ed in modo eccessivamente
ornato il giorno della passione di Cristo. I canti avrebbero dovuto
ricordare la passione e comunque bisognava comprendere ciò
che veniva cantato: Audìri àtque pércipi pòsset!
Da qui nasce il mito della messa composta sull'onda di quel severo
richiamo. Papa Marcello II morì pochi giorni dopo, il 30 aprile,
e la messa venne pubblicata ben 13 anni dopo nel 1567, quando Palestrina
diede alle stampe il suo secondo libro delle Messe, dedicato a Filippo
II di Spagna. La genesi così descritta della Papae Marcelli
è intrinsecamente credibile, atteso che Palestrina aveva concreto
interesse a dedicare la pubblicazione a Filippo II di Spagna, aspirando
ad essere assunto presso la sua corte; per converso, non aveva alcun
interesse venale per dedicare una messa ad un Papa morto 13 anni prima,
dal quale evidentemente era stato sinceramente colpito con quel famoso
rimprovero, poco prima che lo stesso fosse prematuramente sottratto
alla sua missione. Anche il dato testuale lo conferma: non è
la messa pro Papa Marcello ma è la Messa di Papa Marcello,
ovvero la messa come andrebbe cantata secondo i dettami di quel Pontefice.
Unico titolo, tra le oltre 100 messe di Palestrina, a riferirsi ad
una persona.
Il libro corale
Quella che viene esibita è la copia anastatica della Papae
Marcelli tratta dalla stampa del 1567. Le dimensioni sono quelle reali.
Sui fogli sono riportate separatamente le singole voci (non collocate
in spartito come d'uso moderno), ciascuna sempre nello stesso punto
della pagina: ad esempio il cantus sempre in alto a sinistra, il basso
II sempre in basso a destra, il tenore I sempre al centro della pagina
sinistra e così via per tutte le sei voci (CAT1T2B1B2). Mancano
le misure, i segni d'espressione e qualsiasi indicazione circa la
dinamica. La pagina successiva riprende contemporaneamente dallo stesso
punto per tutte le voci. Il libro veniva posto su un leggio in alto
e tutti i cantori leggevano contemporaneamente da esso (all'epoca
fare le copia era un problema di non poco conto). Utilissime le indicazioni
che possiamo trarre in termini di prassi esecutiva. Innanzi tutto,
dovendo leggere dallo stesso libro, i cantori necessariamente erano
pochi: in secondo luogo la disposizione delle sezioni sul libro consente
di risalire alla originale divisione delle sezioni sul lato destro
e quello sinistro. La mancanza delle misure rende con maggiore evidenza
la linea che ciascuna voce segue e consente di percepire con immediatezza
la giusta accentuazione di ciascuna frase.
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BIBLIOGRAFIA
L. Bianchi, Giovanni Pierluigi da Palestrina nella vita, nelle opere, nel suo tempo. Fondazione Giovanni Pierluigi da Palestrina, Roma, 1995
L. Comes, La melodia palestriniana e il canto gregoriano, Jucunda Laudatio, San Giorgio Maggiore - Venezia, 1974-1975
a cura del Gruppo Vocale Polyphonia
Missa Papae Marcelli
La polifonia di Palestrina è l'ultimo ed il più elevato
approdo dell'elaborazione musicale proveniente dall'esperienza medievale
del canto gregoriano. I componimenti di Palestrina, sebbene in forma
polifonica, ragionano e si sviluppano utilizzando l'alfabeto gregoriano,
attingendo a temi gregoriani ed utilizzando gli stessi stilemi.
Ufficio delle Tenebre
La Liturgia della Chiesa, così come si
è formata nel corso della sua storia millenaria attraverso
un lento ed elaborato processo, è suddivisa in due grandi ambiti.
Il primo è quello della Liturgia Eucaristica, la Messa; il
secondo è la Liturgia della Ore (un tempo detto Ufficio Divino),
costituito dall'insieme delle preghiere previste per i vari momenti
della giornata.
Concerto Teatrale
Nell'ambito della stagione teatrale 2008/2009 del Teatro Rossetti
di Vasto il Gruppo vocale Polyphonia ha scelto di proporre la Missa
Papae Marcelli in una forma del tutto innovativa, che abbiamo pensato
di definire "CONCERTO TEATRALE": con la collaborazione di
alcuni attori vengono ricostruiti i contesti e le condizioni che fecero
da cornice alla grande polifonia sacra del Rinascimento.